Lesione Tendine - Dott. Damiano Rullo

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I tendini sono formazioni anatomiche che hanno una consistenza di tipo fibro-elastico che consentono ai muscoli di trasferire la loro azione meccanica all’osso o alla pelle. Quelli della mano per la maggior parte decorrono dall’avambraccio alle dita e sono indispensabili per fletterle, estenderle. Grazie alla loro funzione è possibile eseguire un’infinità di movimenti, indispensabili per vivere il quotidiano. Per questo motivo una lesione ai tendini della mano può essere fortemente invalidante e quando i tendini subiscono una lesione questi movimenti sono impossibili. Le cause principali di una lesione dei tendini è una ferita da taglio ( ad es. con un coltello da cucina) o una frattura dovuta a schiacciamento ( caduta con frattura e fuoriuscita dell'ossa dalla cute ) ma possono essere provocate anche da urti violenti o sforzi eccessivi. Anche l’artrite reumatoide, l’artrosi ed altre malattie degenerative possono determinarne la lesione.
I sintomi associati alle lesioni dei tendini della mano dipendono molto dalla causa scatenante. A prescindere dal tipo di ferita, che sia aperta o sottocutanea, è l’atteggiamento del dito a segnalare la possibile lesione tendinea. Se non si riesce a flettere o estendere una o più dita della mano, è necessario recarsi al pronto soccorso o in una clinica specializzata.
Un altro campanello d’allarme è la mancanza parziale o totale di sensibilità nella regione interessata, dovuta alla lesione di nervi sensitivi adiacenti.

I tendini si suddividono in Estensori e Flessori:

I tendini estensori sono 5 (uno per ogni dita) + 3 (Estensore proprio del mignolo, estensore proprio dell’indice e estensore breve del pollice); si trovano sul dorso delle dita e della mano, immediatamente al di sotto del piano cutaneo e sottocutaneo, per cui possono essere lesionati anche da ferite superficiali. Se la lesione del tendine estensore è completa risulta impossibile estendere attivamente tutto o parte del dito. Anche con estensione conservata però può essere presente una lesione parziale del tendine, che deve essere comunque riconosciuta e riparata chirurgicamente.
I tendini flessori sono 4 x 2 (8) + il flessore del pollice; per ogni dita, escluso il pollice, ci sono due tendini flessori: il flessore superficiale (che piega il dito dritto nel palmo della mano) e quello profondo (che piega l’ultima falange).
I tendini Flessori si trovano sul versante palmare delle dita e le lesioni degli stessi si manifestano con l’ impossibilità di flettere attivamente tutto o parte del dito
La lesione ai tendini della mano è una patologia che può interessare chiunque, a qualsiasi età e di qualunque sesso. Nonostante questo, esistono delle categorie più esposte a questo tipo di problemi.
Chi lavora con attrezzi pesanti e taglienti corre ovviamente un rischio maggiore, poiché esiste le possibilità di rimanere vittima di incidenti sul lavoro e ferirsi alle mani. Non a caso sono sempre obbligatori i dispositivi di sicurezza per minimizzare il rischio di tali incidentiAnche nello sport la possibilità di infortunarsi e subire una lesione ai tendini della mano è piuttosto elevata: pensiamo ai giocatori di basket, pallavolo e rugby, per esempio, e a come interagiscono con il pallone e gli avversari. La lesione del tendine flessore profondo con distacco parziale dell’osso è conosciuta anche come “rugby finger”, non a caso. Nel basket è frequente lesionare i tendini quando si salta a canestro o si cerca di intercettare un passaggio. Stesso concetto può essere applicato alla pallavolo e al rischio che si corre saltando a muro per intercettare una palla che viaggia a più di 100 km/h.
Gli anziani sono un’altra categoria a rischio, soprattutto per quanto riguarda le lesioni chiuse, poiché i tendini tendono a degenerarsi fisiologicamente con l’avanzare dell’età e perdono elasticità con l’artrosi.
Il dito a martello
l dito a martello è una deformazione dell'articolazione interfalangea terminale, che rende impossibile la completa estensione delle dita della mano.
Nella maggior parte delle occasioni, il dito a martello è causato da un evento traumatico: il tendine che consente di estendere la terza falange (distale) può stirarsi o rompersi; di conseguenza la punta del dito rimane in posizione di flessione e il suo raddrizzamento (estensione) diviene quindi impossibile.La deformazione interessa più comunemente l'indice o il medio ed è conosciuta anche come Mallet finger o lesione di Segond-Bush. La
diagnosi si basa sulla valutazione clinica, ma la prassi prevede di eseguire una radiografia per valutare l'eventuale presenza di un frammento osseo, che potrebbe essersi staccato in prossimità dell'inserzione del tendine a seguito di un trauma violento.
Il dito a scatto
Il dito a scatto, detto anche tenosinovite stenosante, è un disturbo in cui una delle dita delle mani rimane in posizione piegata, per poi raddrizzarsi con un brusco scatto (come se venisse tirato e rilasciato un grilletto, "trigger finger"). La malattia è causata dal restringimento della guaina sinoviale che circonda il tendine del dito colpito. Il disturbo è spesso doloroso e, in condizioni particolarmente gravi, può determinare un vero e proprio blocco funzionale della sede colpita.Il dito a scatto insorge più comunemente nella mano dominante e nella maggior parte dei casi colpisce il pollice, il medio o l'anulare. La patologia può colpire più dita contemporaneamente e coinvolgere entrambe le mani.Le persone costrette ad eseguire azioni ripetitive di presa, per motivi occupazionali o per hobby, risultano maggiormente suscettibili all'insorgenza del dito a scatto.Il trattamento terapeutico varia in relazione alla gravità ed alla durata del disturbo.
Sindrome di De Quervain
La tenosinovite stenosante di De Quervain è un processo infiammatorio a carico della guaina sinoviale dei tendini del pollice (abduttore lungo ed estensore breve). caratterizzato da un restringimento doloroso della sinovia, in corrispondenza del punto in cui, questi tendini coinvolti, passano sopra una sporgenza ossea chiamata stiloide del radio: l'aumento del volume nel canale digitale, dovuto al processo infiammatorio, crea una frizione dolorosa durante lo scorrimento tendineo.La sindrome di De Quervain può indurre una serie di limitazioni funzionali della mano, specie se si compiono certe attività. La causa determinante dell'affezione è da ricercarsi in microtraumi ripetuti, legati soprattutto all'attività professionale (ricamatrici, addetti ai videoterminali, musicisti...).Il sintomo principale, è il dolore che si verifica mentre si compiono movimenti di presa eseguiti con i pollici e nei movimenti di inclinazione del polso. A volte si può associare una tumefazione, lungo il decorso dei tendini, i quali con l'evoluzione della malattia, si infiammano andando incontro a progressiva usura (tendinosi) a causa della ristrettezza del canale.
I tendini sono costituiti da cellule vive e da tessuto connettivo. Se le estremità tendinee sono riportate a contatto intervenendo chirurgicamente, la guarigione ha inizio all’interno del tendine grazie alla componente cellulare e all’esterno del tendine grazie alla componente connettivale.
La grande maggioranza delle lesioni dei tendini della mano viene trattata per via chirurgica e solo una piccola percentuale guarisce attraverso la semplice terapia conservativa, che prevede che il tendine guarisca se posizionato nella giusta posizione per 6-8 settimane. Per questo scopo può essere utilizzato uno splint (Stack splint) che bisogna indossare continuativamente per 6 settimane.
A seconda del tipo di lesione cambiano le modalità chirurgiche. Se un tendine viene completamente reciso, è necessario suturare i due capi assieme per ripristinare la normale funzionalità. Dal momento che questi fasci fibrosi hanno qualità simili a quelle di un elastico, una volta tagliati si ritraggono. Per questo è spesso necessario ampliare le dimensioni della ferita per poterla esplorare e recuperare le due estremità del tendine.
Se il tendine è solamente strappato, sarà necessario riattaccarlo all’osso in modo da ristabilire la normale struttura della mano.
L’unica situazione in cui non è richiesto sempre il trattamento chirurgico è per la cura del dito a martello. In questi casi è sufficiente portare un tutore in iperestensione per quasi due mesi e proseguire il lavoro di riabilitazione con un tutore part-time per un altro mese.
Dopo il trattamento chirurgico inizia il periodo di riabilitazione. In questa fase è necessario seguire un percorso fisioterapico precoce in concomitanza con l’uso di tutori o splint. Così è possibile evitare conseguenze spiacevoli e perdite importanti di mobilità. In ogni caso è importante ricordare che un recupero completo è pressoché impossibile.

I tempi di guarigione e riabilitazione dipendono da molti fattori:
  • Qualità del percorso fisioterapico;
  • Entità della lesione;
  • La causa;
  • L’età del paziente;
  • La presenza e la correlazione con altre patologie.

In linea di massima, un percorso di guarigione completo richiede non meno di 3 mesi.
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