Lesione Tendine Achille - Dott. Damiano Rullo

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Il tendine d’Achille è il tendine più grande è più potente del corpo umano. Ha una lunghezza di circa 15 centimetri e, alla sua inserzione a livello del calcagno, è largo da 1,2 a 2,5 cm e spesso da 5 a 6 mm. Il tendine è formato dalle fibre di due unità muscolari:

  • Il muscolo gastrocnemio, composto da due capi muscolari, il gastrocnemio mediale e laterale (anche chiamati gemello mediale e gemello laterale), i quali hanno origine dai condili femorali.
  • Il muscolo soleo, più corto e spesso rispetto ai precedenti, ha origine dalla tibia, dal perone e dalla membrana interossea.


L’unione di questi muscoli a livello del tallone determina l’inserzione del tendine d’Achille.
Il tendine d’Achille svolge numerosi funzioni essenziali per l’uomo in quanto permette la flessione plantare della caviglia, movimento fondamentale nella camminata e nella corsa in quanto spinge il corpo in avanti.

Durante la deambulazione è soggetto a stress e carichi dinamici eccessivi: durante la camminata supporta carichi superiori di due o tre volte il peso del corpo mentre, durante attività come la corsa, superiori fino a 12,5 volte il peso corporeo. Le sue proprietà specifiche derivate dalle fibre che lo costituiscono permettono al tendine di deformarsi plasticamente e diventare più rigido quando vengono applicati carichi rapidi e potenti.

L’apporto vascolare è ottenuto dall’arteria tibiale posteriore e dall'arteria peroneale. La prima vascolarizza gli aspetti prossimale e distale del tendine mentre la seconda vascolarizza l'aspetto centrale del tendine. L'area meno vascolarizzata del tendine di Achille è compresa tra 2 cm e 6 cm sopra l'inserzione del tendine, che è la zona più frequentemente interessata da rotture.

La rottura del tendine d’Achille è una delle lesioni ai tendini maggiormente riscontrate ogni anno nella popolazione.  L’aumento dell’incidenza è probabilmente associato alla crescente partecipazione dei soggetti di mezza età alle attività sportive e ad uno stile di vita sempre più attivo.I soggetti di sesso maschile sono colpiti maggiormente nelle rotture del tendine d’Achille rispetto alle donne, probabilmente a causa di una loro maggiore partecipazione alle attività sportive.
Le lacerazioni del tendine d’Achille si verificano con maggiore frequenza negli atleti e negli uomini di mezza età che conducono una vita sedentaria, specialmente in coloro che sono fuori forma e iniziano a praticare un’intensa attività fisica o uno sport senza prepararsi in modo graduale. Rispetto agli atleti, gli uomini di mezza età hanno maggiori probabilità di subire una lacerazione completa. Queste lesioni possono verificarsi quando non si pratica un preriscaldamento o uno stretching sufficiente prima di un’intensa attività fisica. In genere, la lesione si verifica durante la corsa o il salto, soprattutto se lo sport richiede rapidi cambi di direzione.

Escludendo la lesione da ferita, da taglio o come conseguenza di un incidente stradale, la lesione del tendine d’Achille è sempre causata da una patologia del tendine, da un’usura dei tessuti, molto frequente nei soggetti over 50.
Solitamente, la lesione ha come sede principale il corpo centrale del tendine, il terzo medio, una zona poco vascolarizzata che tende a danneggiarsi nella parte finale di inserzione, dove il muscolo si tramuta in tendine che sollecitato dai movimenti obliqui e dalla contrazione massima del muscolo nella torso-flessione, cioè il movimento della caviglia che consente di avvicinare il piede alla gamba, può subire un danno.
La rottura del tendine d’Achille è caratterizzato da diversi segni e sintomi che possono essere segnalati dal soggetto colpito o osservati dal medico competente in sede di prima visita. Il paziente riferisce dolore localizzato nell’area del tendine e la sensazione di aver ricevuto un calcio al momento dell'infortunio con un simultaneo schiocco, un pop o un crack. Sono comuni anche sintomi come incapacità di sopportare il peso sull’arto interessato e debolezza o rigidità della caviglia colpita.
Il soggetto lamenterà, quindi, perdita di forza nella flessione plantare, debolezza, zoppia, andatura alterata, scarso equilibrio,incapacità di camminare o correre , salire le scale, alzarsi sulla punta del piede, svolgere qualunque tipo di sport.
All'esame clinico è possibile solitamente osservare edema diffuso e, se non vi è gonfiore eccessivamente grave, è possibile vedere e palpare uno spazio lungo il corso del tendine, nello specifico da tre a sei centimetri prossimalmente all’inserzione del tendine (sopra il tallone).

Durante la prima visita il medico effettuerà alcuni test che potrebbero aiutarlo nella diagnosi di rottura del tendine d’Achille. I principali sono:
  • Test di Thompson: il paziente è in posizione prona con il ginocchio esteso o flesso a 90° e i piedi fuori dal lettino. L’esaminatore stringe il polpaccio del paziente: se il tendine è intatto vi sarà una flessione plantare della caviglia ma in caso di lesione del tendine tale flessione non avviene o è ridotta.
  • Test di Matles: il paziente è in posizione prona con il ginocchio a 90°. Se il tendine d’Achille è intatto si osserva una flessione plantare da 20° a 30°, se invece vi è una lesione si osserva una flessione dorsale rispetto all’arto controlaterale.
  • Palpazione diretta del tendine d’Achille in posizione prona con i piedi fuori dal lettino. Se è presente una rottura del tendine, l’esaminatore può palpare uno spazio lungo il percorso del tendine, confrontandolo anche con l’arto controlaterale.

A questi test può seguire l'analisi del problema con tecniche di imaging :

  • Radiografia per escludere la presenza di una frattura
  • Ecografia e risonanza magnetica per evidenziare la lesione al tendine d’Achille
Il tendine di Achille è vulnerabile alla rottura e alla cattiva guarigione perché l’apporto di sangue all’area della rottura è molto limitato. Se un tendine di Achille completamente rotto non viene trattato correttamente, potrebbe non guarire o guarire con tessuto cicatriziale in una posizione allungata e la persona non riguadagnerà abbastanza forza nella gamba per le normali attività quotidiane come camminare, figuriamoci correre o altri atleti attività. Le due opzioni di trattamento principali sono:
  • Gesso o tutore: l’obiettivo dell’immobilizzazione è di tenere il piede e la caviglia in una posizione per portare le estremità strappate del tendine in prossimità, permettendo al tendine di guarire lentamente nel tempo senza usare tecniche chirurgiche invasive. Di solito, è necessario un periodo di massimo 12 settimane, ma evitando l’intervento chirurgico, i rischi di danni alla pelle o infezione sono ridotti. Tuttavia, il tendine raramente riacquista la piena forza o resistenza e vi è un aumentato rischio di rottura rispetto al trattamento chirurgico
  • Chirurgia: l’intervento chirurgico per le rotture del tendine di Achille tende a consentire una guarigione più rapida e di solito determina un tendine molto più forte rispetto, sebbene spesso rimanga leggermente più debole dell’altra gamba. La preoccupazione per l’intervento chirurgico è il rischio di lesioni cutanee e infezioni, che possono verificarsi a causa di gonfiore e insufficiente afflusso di sangue nell’area dell’intervento

Dopo qualsiasi trattamento è necessario sottoporsi a un programma di fisioterapia per rinforzare i muscoli delle gambe e lo stesso tendine di Achille. Per tornare alla normale attività quotidiana e sportiva solitamente sono necessari 4-6 mesi.
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